Conciliazione Vita Privata – Lavoro: Le PMI sempre più attente al Welfare Aziendale


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Tempo fa la maggior parte delle persone considerava il lavoro e la vita privata come due entità distinte, ma nella realtà odierna le linee di demarcazione tra questi due elementi si sono notevolmente attenuate, quindi, i lavoratori tengono molto alla conciliazione tra vita professionale e privata mettendoli sullo stesso piano di importanza.

Secondo alcuni studi, per la maggior parte dei dipendenti è estremamente importante avere un impiego che garantisca un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata per un maggiore benessere personale.

Il miglioramento dell’equilibrio tra lavoro e vita privata è essenziale anche perché influisce positivamente sulla produttività aziendale. I due ambiti, personale e lavorativo, non possono prescindere l’uno dall’altro: solo prendendosi adeguatamente cura della propria vita personale si è più liberi di dedicarsi alle responsabilità lavorative; allo stesso modo, se le priorità lavorative vengono trascurate, la vita privata potrebbe risentirne. Dunque, tra i vantaggi di un sano equilibrio tra lavoro e vita privata troviamo: la riduzione della stanchezza, l’aumento dell’attenzione e la massima produttività.

Non solo la diretta correlazione tra le condizioni personali dei propri collaboratori e la produttività con tutti i vantaggi che ne derivano ma il giusto bilanciamento tra vita personale e professionale giova anche alle aziende. Infatti, le aziende che dimostrano attenzione nei confronti del benessere lavorativo e rafforzano la relazione tra impresa e dipendente, hanno una migliore reputazione, diventando quindi attraenti per i talenti in fase di recruiting e incrementando notevolmente la retention delle risorse interne, evitando così un continuo turnover.

Con questa consapevolezza, appare chiaro che l’obiettivo di un’azienda è quello di favorire il benessere organizzativo, attuando un modello che ponga al centro le risorse umane, elemento essenziale e fondamentale del vantaggio competitivo delle imprese, favorendo l’equilibrio tra vita privata e professionale dei propri collaboratori.

Dunque, quando si parla di benessere dei dipendenti si parla del cosiddetto “Welfare Aziendale”, ossia lo strumento per migliorare il clima lavorativo e il benessere dei dipendenti. È in grado di trattenere i talenti e attrarne di nuovi, offrendo vantaggi che vanno oltre l’aspetto economico e permettendo così una migliore conciliazione tra lavoro e vita personale (Work Life Balance), come spiegato in precedenza. Welfare aziendale significa letteralmente “benessere aziendale” e l’obiettivo è quello di migliorare la qualità della vita e il benessere dei lavoratori e dei loro familiari.

Il termine “Welfare”, invece, indica l’insieme di politiche e, in generale, degli interventi realizzati dalle istituzioni pubbliche. Questi interventi mirano a tutelare le fasce più deboli della popolazione e migliorare la loro qualità di vita e di benessere. Alcuni esempi di Welfare sono i programmi di assistenza sanitaria, previdenziale, di sostegno al reddito.

Il welfare aziendale offre servizi che favoriscono, dunque, il miglioramento della produttività, senza però compromettere la sostenibilità dell’impresa. Da una parte si crea un clima lavorativo positivo e si premia la produttività dei lavoratori, dall’altra si ottengono rilevanti benefici fiscali e migliori risultati di business.

Per la loro importante presenza sul territorio, dell’impiego di forza lavoro e dei relativi fatturati, le PMI italiane rappresentano la colonna portante del sistema produttivo nazionale. Dunque, l’interesse nei confronti del welfare aziendale è sempre più diffuso, nelle PMI italiane, come condizione per sostenere al meglio competitività e performance, avvicinando il benessere dei lavoratori alla mission aziendale.

Tra le piccole e medie imprese del sistema produttivo nazionale, una PMI su tre ha attivato sistemi per rilevare i bisogni dei propri dipendenti: i risultati in materia si sono dimostrati positivi sia dal punto di vista del coinvolgimento dei lavoratori, che per quanto concerne il bilancio delle imprese. La maggior parte delle PMI italiane si dichiara infatti in larga misura compensata, nei costi, da quelli che sono i benefici fiscali.

Il welfare aziendale trova la sua definizione come fattore generativo di ricchezza, capace di creare valore sociale per la comunità e per le imprese. Per le PMI italiane decise a puntare sul welfare aziendale sono previsti importanti benefici fiscali ossia, come accennato in precedenza, strumenti concreti per avvicinare il benessere dei dipendenti alla crescita delle imprese.

Strutturare un buon piano welfare è importante per aumentare la fidelizzazione dei dipendenti, la retention e l’engagement, e nell’edizione 2024 emerge che, oggi, il 42% delle aziende ha introdotto un piano di welfare strutturato: tra i benefit più apprezzati dai dipendenti ci sono i fringe benefit, seguiti dall’area ricreativa.

A cura di Ernesto Meoli

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